Buongiorno!
Oggi ho una nuova idea che vorrei proporvi.
Senza tradire la mia primaria e fondamentale passione per la moda, vorrei inserire tutti i lunedì (o martedì, senza essere troppo fiscale) un piccolo post sul cinema!
Fra cinema e cineforum vedo diversi film a settimana, nuovi e non troppo nuovi, e ho pensato di buttare giù qualche riga su queste nuove visioni.
Ovviamente, come per il makeup, anche qui, non ci sono schede tecniche dettaglliate, solo impressioni del pubblico, chissà che non possano essere spunto per qualcosa...
La collaborazione stavolta è con il mio fidanzato, che devo dire mi supporta e sopporta in quasi tutte le mie imprese, più o meno, folli!
Premessa fatta (vi toccherà solo questa volta promesso), passiamo ai film di questa settimana. Sono due:
IO E TE di Bertolucci e COSE NOSTRE-MALAVITA di Besson .
IO E TE
"Io e te", film del 2012, regia di Bernardo Bertoluccio liberamente tratto dal romanzo di Nocolò Ammaniti, ha le caratteristiche del racconto di formazione.
Un ragazzo con una famiglia problematica "cresce" e "matura". attraverso un'esperienza lunga una settimana in uno scantinato con la sorella tossicodipendente in via di allontanemento dalle droghe (forse).
Il quattordicenne problematico in perenne conflitto con tutti: genitori, compagni di classe, mondo intero lascia il posto al giovane uomo con gli occhi colmi di sorpresa e meraviglia, pronto ad affrontare il mondo con rinnovato entusiasmo.
Dal canto suo, anche la sorella pare aver dato una svolta alla sua vita, abbandonando la droga, responsabile del suo allontanamento dalla fotografia.
Vedendo il film, sembra che il miglior consiglio per genitori con un ragazzino problematico sia: "lasciatelo solo in una stanza per una settimana con qualcuno che abbia più problemi di lui, vedrete poi che risultati sorprendenti!"
Sarà
che oramai sto raggiungendo un'età, ed una certa disillusione, però no, in effetti il racconto non fila!
Vero è che una maturazione si può avere solo facendo esperienze fuori dalla quotidiniatà e dalla sicurezza dell'ordinario e, forse, le intenzioni erano di raccontare allegoricamente qualcosa del genere, ma il risultato non è credibile, a mio parere.
Più realistica, invece, l'evoluzione dell'altra protagonista (che nonostante sia anagraficamente più grande, sempre una ragazzina resta), che, complice una vita sicuramente più dura del fratellastro, ha una formazione meno marcata, più incerta e per questo sicuramente più credibile!
In conclusione, secondo me, il film manca di un certo realismo, anche se la protagonista femminile, quando dice "Quale madre non si rende conto che il figlio è chiuso nello sgabuzzino, invece di stare in settimana bianca con la scuola" strizza l'occhio allo spettatore più smaliziato, poco propenso ad una certa sospensione della realtà.
Per vedere "Io e te" bisogna essere amanti di quel genere di film complessi, da leggere sotto diversi aspetti. Altrimenti, l'unica ambientazione, quasi claustrofobica, e la presenza in scena di
una sola coppia di attori per la maggior parte del tempo
stanca molto. Per farla breve, direi che non è un film adatto ad una spensierata serata tra amici.
COSE NOSTRE- MALAVITA
Per la serie "famiglie problematiche fanno figli problematici", parliamo ora del film "Cose nostre - Malavita", film del 2013, con la regia di Luc Besson, tratto dal romanzo "Malavita" di Tonino Benacquista.
Un sempre adeguato Robert De Niro interpreta un ex malavitoso di New York, ora un pentito ed informatore dell'FBI, che costringe moglie (Michelle Pfeiffer) e figli a vivere sotto compertura. La famiglia è costretta a girovagare per l'Europa, spostandosi ogni volta che la loro copertura viene compromessa, senza mai poter stabilire legami fissi, interpretando ogni volta una diversa identità, sotto l'occhio vigile dell'FBI, e perennemente inseguiti dai sicari inviati dal boss tradito ed in cerca di vendetta che lancia ordini da un carcere non proprio di massima sicurezza.
In realtà, molto presto nel film, vedremo moglie e figli, inizialmente presentati come vittime delle scelte di vita del capofamiglia e perfetti interpreti delle coperture rivelarsi, invece, membri esemplari della famiglia di un "uomo d'onore": la figlia maggiore pesta brutalmente la ragazza che le sottrae l'astuccio a scuola e gli impacciati ragazzi della provincia francese, colpevoli di avance goffe e maschiliste. Il figlio minore nel giro di pochi giorni prende il comando dei vari racket della scuola e la moglie dà fuoco ad un locale negozio di alimentari perché infastidita dalle critiche di proprietario e vecchie clienti nei confronti dell'America Way of Life. Seguono una serie di vicissitudini che renderanno più unita la famiglia, apparentemente in un momento di crisi, che ora non vi racconto, perchè meritano di essere scoperte vedendo il film ed io non voglio rovinarvi la sorpresa.
Un film godibilissimo, a mio parere, non soltanto per gli amanti di Besson! Sicuramente chiara l'impronta del regista in questa narrazione sui generis, con un finale molto noir, quasi action... (i sicari sembrano tutte delle versioni alternative di Leon, e se non avete mai visto questo film, correte subito a rimediare!).
Originale e singolare lo sguardo di questa produzione sul mondo della malavita. Solitamente, infatti, nei film di genere dopo che un "infame" ha "cantato" abbiamo due diversi sviluppi della storia: o vediamo come la famiglia offesa rimedia al torto, solitamente con un bagno di sangue oppure siamo alle prese con la totale redenzione dell'ex-cattivo, ormai diventato cittadino modello e fervente collaboratore di giustizia, fortemente impaurito per le sorti della sua miglia.
Qui, invece, vediamo un credibilissimo De Niro guardare con rimpianto alla sua vecchia vita, arrivando a scrivere addirittura le sue memorie (lui che con un "cazzo" esprime tutta la vasta gamma delle emozioni umani). Addirittura quando guarda "Quei bravi ragazzi" alla rassegna cinematografica di quartiere (film effettivamente interpretato da De Niro anni addietro) si commuove e racconta aneddoti ai presenti al cineforum.
Anche gli altri membri della famiglia mantengono, in esilio, abitudini malavitose ed impongono il rispetto con la forza, poco interessati ad abbracciare uno stile di vita diverso, nonostante le numerose possibilità di ricominciare insite nei vari trasferimenti.
Non c'è pentimento nel film, non c'è visione critica del passato, ma un radicato amore per l'onore, il rispetto e, non da ultimo, il timore reverenziale che si suscita negli altri, vicini, sindaco, chiunque.
Il film è movimentato, brioso, a differenza del precedente, sicuramente adatto ad essere guardato con un gruppo di amici, regala qualche risata, pur non essendo un film comico.
Spero di non essere andata troppo troppo per le lunghe e di avervi un minimo interessato o incuriosito,
visti questi film?
che ne pensate?
Buona grigia giornata
MaVi